Quasi diecimila file tra video e foto di attività sessuali con minori. È l’agghiacciante archivio che era in possesso di un uomo di 49 anni residente nell’Aronese arrestato dalla polizia nell’ambito di un’inchiesta sulla pedofilia che ha toccato quasi tutta Italia. Per lui l’accusa è di detenzione di materiale pedopornografico: nel suo computer e nel cellulare aveva 6.638 video e quasi 3.300 immagini. Addirittura aveva catalogato le fotografie dei bambini abusati. L’indagine è partita su segnalazione delle autorità del Canada, dove ha sede la società che ha sviluppato l’app di messaggistica Kik: era attraverso di essa che i pedofili si scambiavano il materiale. Per identificare gli autori, la polizia italiana ha analizzato oltre 15mila connessioni, riuscendo ad identificare 22 persone che cercavano di non lasciare tracce con vari accorgimenti, come collegarsi a reti wi-fi pubbliche.