Stava transitando dallo svincolo autostradale di Baveno, ma per sua sfortuna sulla propria strada ha incrociato una pattuglia della Guardia di finanza e soprattutto il suo cane antidroga. Il suo fiuto l’ha portato ad allertare subito i militari, che hanno quindi perquisito approfonditamente quell’auto, trovando nel bagagliaio due buste sottovuoto contenenti marijuana per un peso complessivo di circa un chilo e due. L’uomo alla guida, un imprenditore milanese, non ha ovviamente saputo dare spiegazioni sulla provenienza della droga, e la sua posizione si è aggravata quando è stata perquisita la sua abitazione: altri 7 chili di marijuana, dosi di cocaina, pasticche a base di oppiacei, sostanze da taglio, attrezzatura per la coltivazione, l’essicazione ed il confezionamento di droghe leggere e 2.000 euro in contanti. Inevitabile che per lui scattasse l’arresto.
Cade nel Melezzo e muore. La vittima un quarantasettenne
E’ scivolato, finendo nel Melezzo dove poi è annegato. Tragedia nella notte tra sabato e domenica a Druogno. La vittima un quarantasettenne originario di Domodossola, Ivano Margaroli. Il corpo è stato trovato questa mattina nei pressi di via Cadone. Sul posto i Vigili del fuoco e i Carabinieri di Santa Maria Maggiore. Aveva trascorso il sabato sera alla festa degli Alpini in compagnia di amici. Secondo il medico giunto sul posto, l’uomo sarebbe scivolato nel fiume colpendo le rocce del torrente e annegando. La salma è stata già restituita ai familiari.
Materiale pedopornografico: arrestato aronese
Quasi diecimila file tra video e foto di attività sessuali con minori. È l’agghiacciante archivio che era in possesso di un uomo di 49 anni residente nell’Aronese arrestato dalla polizia nell’ambito di un’inchiesta sulla pedofilia che ha toccato quasi tutta Italia. Per lui l’accusa è di detenzione di materiale pedopornografico: nel suo computer e nel cellulare aveva 6.638 video e quasi 3.300 immagini. Addirittura aveva catalogato le fotografie dei bambini abusati. L’indagine è partita su segnalazione delle autorità del Canada, dove ha sede la società che ha sviluppato l’app di messaggistica Kik: era attraverso di essa che i pedofili si scambiavano il materiale. Per identificare gli autori, la polizia italiana ha analizzato oltre 15mila connessioni, riuscendo ad identificare 22 persone che cercavano di non lasciare tracce con vari accorgimenti, come collegarsi a reti wi-fi pubbliche.
Anziana truffata dalla “finta nipote” a Gravellona
Lo schema della truffa di cui è stata vittima una pensionata di Gravellona Toce è tra quelli cui i malviventi fanno maggiormente ricorso.
Muore carbonizzato mentre brucia sterpaglie
Lo hanno trovato morto carbonizzato vicino alla sua casa, vittima con tutta probabilità del fuoco che lui stesso aveva acceso.